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martedì 4 febbraio 2025

紫微高照 - La stella polare che brilla alta nel cielo

紫微高照
Zǐ wēi gāo zhào
La stella polare che brilla alta nel cielo

孙玉声 (Sūnyùshēng), racconta della bestia famelica chiamata 年 (Nián) che mangia carne umana nella notte di capodanno


Carissimi amici,

la storia che sto per raccontarvi è liberamente ispirata a due articoli degli anni '30, che esplorano un'insolita tradizione della città di Shanghai.

Secondo questa tradizione, durante il periodo di Capodanno, le persone erano solite appendere un'immagine dell'Imperatore Celeste nell'atto di imprigionare un terribile mostro.

Come sempre, tutto ha inizio con un'antica leggenda...


La leggenda del temibile Wuzhiqi

Nei tempi antichi, il feroce 无支祈 (Wú zhī qí) scatenava caos e distruzione lungo il fiume Huai con tremende tempeste e inondazioni. 

Nessuno osava affrontarlo, finché 大禹 (Dà yǔ), eroe che tutti ricorderete come il grande domatore delle acque 大禹治水, decise che era giunto il momento di fermarlo.

Chiamò in aiuto 庚辰 Gēng Chén, il Dio della Stella Polare, signore del tempo e della velocità. 

Wuzhiqi, potente e scattante, tentò di sfuggirgli, ma Gengchen era più rapido, più astuto e con un balzo fulmineo, lo catturò, mettendo fine alla sua furia devastatrice.

Per assicurarsi che non seminasse mai più il terrore, Dayu lo incatenò con pesanti catene di ferro ai piedi del monte Guishan, nel corso inferiore del fiume Huai. 

Da quel giorno, le acque scorsero tranquille, e il popolo poté vivere in pace. 

Ancora oggi, l’immagine di Wuzhiqi imprigionato, legato a un palo scolpito, ricorda questa memorabile vittoria.


4000 anni dopo...


Il presagio di Sun Yusheng

Nell’edizione del 17 gennaio 1933 del giornale di Shanghai 《金刚钻》(Jīn Gāng Zuàn – “Il Diamante”), apparve un articolo destinato a lasciare il segno. L’autore, 孙玉声 (Sūnyùshēng), raccontava di una bestia famelica chiamata 年 (Nián), legando il suo mito all'antica tradizione:

"Nel periodo di capodanno c’è chi appende l’immagine del Dio della Stella Polare, l’Imperatore del Cielo. Sul rotolo c’è una bestia, incatenata dal Dio ad un pilastro di pietra.

Quest’essere ha il corpo di un cane, ma non è un cane.

Alcuni dicono che sia Tiangou, la Stella Divoratrice (Sirio). Altri giurano che sia il Nian, un mostro insaziabile, sempre affamato di carne umana. Per questo, l’Imperatore Celeste lo ha imprigionato, per impedirgli di seminare il terrore sulla terra.

Il momento più propizio per appendere questa immagine è il Capodanno.

Non so da dove provenga questa storia, e mi vergogno di ammettere che non ho modo di verificarne l’autenticità."

(liberamente tradotto dall'articolo originale).


Due anni più tardi

Shanghai, 1935.

Nel chiasso di un caffè affollato, Sun Yusheng sedeva in disparte, gli occhi persi nei suoi pensieri. 

I ricordi dell’infanzia sono i più tenaci, e quell’immagine del Nian incatenato dall'imperatore del cielo non lo aveva mai davvero abbandonato. 

Ora, però, quell'oscura entità non era più solo un’ombra del passato: era un'immagine vivida, palpabile, più reale che mai.

"Da bambino sentivo gli anziani dire che il nuovo anno è una bestia feroce. Sembra un leone, ma non lo è. Sembra un cane, ma non lo è. Un essere mostruoso, che nella notte di Capodanno esce con il favore delle tenebre per divorare carne umana."

Attorno a lui il locale brulicava di vita. I bambini si rincorrevano tra i tavoli, mentre giovani uomini giocavano a mahjong. Tutti erano in attesa del prossimo comunicato radio.

L’altoparlante si accese. 

La voce che ne uscì, metallica e stridente, annunciò senza alcuna esitazione, la ritirata delle forze di Mao Zedong verso i territori a nord-ovest.

Sun Yusheng rabbrividì e pensò fra sé e sè che se il Nian avesse avuto una voce, sarebbe stata proprio quella.

La folla che si era radunata per ascoltare il bollettino si disperse piano, come inghiottita da un’ombra invisibile. Era come se il mostro si fosse annidato tra loro, strisciando tra i tavoli, sfiorando le loro schiene e rubando la loro presenza un istante dopo l’altro.

Anche la fioca allegria che prima illuminava il locale sembrava essere stata soffocata, spenta come una candela sul punto di consumarsi.

La Cina a quel tempo era una nazione in ginocchio, consumata da decenni di colonialismo, dilaniata dai signori della guerra, con l’incombente minaccia giapponese dalla Manciuria e con l’unico esercito capace di difendere i più deboli, in ritirata verso nord ovest.

Sun Yusheng si voltò. Davanti a sé, oltre la soglia del locale si vedeva chiaramente il cielo stellato.

Sirio brillava gelida sopra di lui. 

Tiangou, la Stella Divoratrice sembrava in agguato. 

Forse quella vecchia profezia non era solo un racconto per bambini. Forse il Nian stava davvero per scatenare la sua furia sul paese.

E di lì a pochi anni, quella profezia si sarebbe avverata e avrebbe preso forma nell'immane vastità di tragedie che si sarebbe scatenata in Cina durante la seconda guerra mondiale.

Sun Yusheng prese il suo taccuino e riprese a scrivere, mentre attorno a lui le persone, una a una, tornavano lentamente alle loro case.

"Per scacciare questa bestia, ogni anno a Capodanno, la gente appende l’immagine del mostro incatenato dall’Imperatore del Cielo.

Ma esiste davvero?

Nei grandi classici non ve n’è traccia. Nemmeno nelle antiche leggende.

Eppure, l’idea di una creatura spietata che divora speranze e sogni si adatta fin troppo bene alla nostra epoca.

I poveri guardano alla fine dell’anno con terrore. Per loro ogni nuovo inizio è un’incognita, una minaccia. Ogni nuovo anno porta con sé pericoli e avversità, come se una belva affamata fosse pronta a sbranare le loro vite.

Dove troveremo qualcuno capace di incatenare questa bestia?

Chi avrà la forza di sconfiggerla, di liberare la gente dalla sua morsa, permettendo loro di superare l’inverno e di camminare, finalmente, sotto un cielo di armonia e di pace?"

(liberamente tradotto dall'articolo originale).


Lampade, petardi e il colore rosso per scacciare i disastri e le avversità

Anni dopo, in un articolo del Xinmin Evening News del 1959 intitolato “La storia del Nian”, si raccontava che, secondo la leggenda, il Nian teme la luce, il colore rosso e detesta i rumori forti.

Per questo, nella notte di Capodanno, la tradizione vuole che alle porte vengano appese pergamene rosse con frasi di buon augurio, mentre lanterne illuminano le strade e petardi esplodono accompagnati dal battito fragoroso dei tamburi.

Così, il Nian e la sventura restano lontani.


Il Nian la bestia famelica cinese scacciata dai petardi e dal colore rosso di Capodanno


Conclusioni

Speriamo vivamente che questo lungo viaggio vi sia piaciuto.  

Ci sono molti aspetti ancora da indagare su questa storia, tuttavia per ora ci fermiamo qui, sperando che questo breve racconto vi abbia commosso e ispirato, proprio come è successo a me.

金狄