sabato 15 novembre 2025

秋水伊人 qiūshuǐ Yīrén Colei/colui a cui penso fra le acque d’autunno

秋水伊人
qiūshuǐ Yīrén
Colei/colui a cui penso fra le acque d’autunno

秋水伊人 qiūshuǐ Yīrén Colei/colui a cui penso fra le acque d’autunno


Carissimi lettori, oggi voglio parlarvi di un’antica tecnica poetica che risale allo诗经 shījīng, il celebre Libro delle Odi, un capolavoro le cui prime parti risalgono a circa tremila anni fa e che, ormai, chi ci segue ha imparato a conoscere.

Per chi fosse interessato ad acquistarlo, potrà farlo a questo link: Il Libro delle Odi

La tecnica in questione si chiama: 複沓 (fùtà – ripetuto e sovrapposto) è una tecnica poetica nota come "ripetizione con variazione", caratterizzata dalla ripetizione di una frase di base con variazioni minime ma significative fra una ripetizione e l’altra.


Perché la tecnica Fùtà è così potente?

Questa tecnica infonde una forza straordinaria al componimento poetico sfruttando due elementi opposti, la ripetizione e il cambiamento. Immaginiamoci di essere in una stanza dove alle pareti sono apposte una serie di, ognuna raffigurante lo stesso canneto all’alba. A un primo sguardo le immagini sembrano identiche, ma osservando con più, tra le canne emerge un volto che prima non c’era. Nella tela successiva il volto si fa più nitido, infine nell’ultima tela il volto è scomparso. Il canneto passa in secondo piano, ma il volto diventa l’elemento dominante del nostro pensiero. L’esperienza assume una quarta dimensione: il tempo che scorre, si intensifica e quel volto rimane impresso nella nostra mente.

La tecnica della 複沓 (fùtà) è quindi molto più di un espediente poetico antico. È un pattern cognitivo profondamente radicato nella cultura cinese e nell’essere umano in generale, che sfrutta il modo in cui la nostra mente processa le informazioni: troviamo conforto e prevedibilità nella ripetizione, ma siamo stimolati e coinvolti dalla variazione.

Questa tecnica è presente ovunque proprio perché fa parte del nostro meccanismo mentale. In Occidente prende il nome di anafora: la ripetizione di una parola o frase all’inizio di versi o frasi successive; o anche di ripetizione incrementale, tipica della ballata popolare britannica e germanica.

Questo stile si è mantenuto nel tempo passando nella poesia delle dinastie successive, fino alla musica e alla comunicazione dei giorni nostri. La tecnica della Futa sfrutta il nostro modo di percepire la realtà e di conseguenza diventa una potente alleata della nostra creatività.


《蒹葭》 (jiān jiā – le canne)

La poesia di oggi sfrutta proprio la ripetizione incrementale per infondere malinconia e significato all’incessante ricerca di un ideale. La ripetizione con variazione non solo crea un ritmo ipnotico, ma anche un senso di ricerca incessante e fallita. Ogni tentativo si scontra con la realtà mutevole e illusoria dell'oggetto del desiderio, che si sposta e trasforma proprio come un riflesso nell'acqua. 

Il poeta descrive un paesaggio autunnale, freddo e avvolto dalla brina, mentre cerca invano di raggiungere la persona amata, che appare sempre evanescente e inarrivabile.

È da questo gioco di vicinanza apparente e irraggiungibilità sostanziale che nasce il chengyu 秋水伊人che significa letteralmente "Colei/colui a cui penso fra le acque d’autunno". Esprime un profondo senso di nostalgia: il desiderio struggente per una persona amata lontana o irraggiungibile, ma anche per un ideale o una meta tanto anelata quanto difficile da raggiungere.

Ho diviso la poesia in questa tabella così che possiate apprezzare meglio la tecnica del Fùtà.

Verso Prima Strofa Seconda Strofa Terza Strofa Analisi della Variazione
1 蒹葭苍苍
Jiān jiā cāng cāng

Canne rigogliose e verdi
蒹葭凄凄
Jiān jiā qī qī

Canne lussureggianti e umide

蒹葭采采
Jiān jiā cǎi cǎi

Canne rigogliose e folte


L'attesa
Tre frasi che descrivono lo stesso canneto con sfumature diverse, suggerendo il passare del tempo. Forse una lunga attesa.

2 白露为霜
Báilù wéi shuāng

La bianca rugiada è diventata brina
白露未晞
Báilù wèi xī


La bianca rugiada non si è ancora asciugata
白露未已
Báilù wèi yǐ


La bianca rugiada non è ancora finita
Il tempo passa, ma l'attesa è vana.
Mostra una progressione temporale e di persistenza. Il freddo della brina (1°) lascia il posto all'umidità persistente (2° e 3°).
3 所谓伊人
Suǒ wèi yī rén

Colei di cui parlo

所谓伊人
Suǒ wèi yī rén

Colei di cui parlo


所谓伊人
Suǒ wèi yī rén

Colei di cui parlo


Desiderio immutabile
Qui è l'assenza di variazione che descrive l'intensità del desiderio per quella persona. Un sentimento così forte che rimane immutabile nel tempo.
4 在水一方
Zài shuǐ yī fāng

È dall'altra parte dell'acqua
在水之湄
Zài shuǐ zhī méi

È alla giunzione della riva

在水之涘
Zài shuǐ zhī sì

È al margine dell'acqua

La ricerca
Punti diversi del fiume, la variazione mostra uno sguardo che scruta la sponda in cerca di qualcosa che pare illusorio.

5 溯洄从之
Sù huí cóng zhī

Risalendo la corrente per seguirla
溯洄从之
Sù huí cóng zhī

Risalendo la corrente per seguirla
溯洄从之
Sù huí cóng zhī

Risalendo la corrente per seguirla
Ostinata ricerca
L'azione disperata e faticosa di risalire la corrente è sempre la stessa, un tentativo eroico, persistente e vano.

6 道阻且长
Dào zǔ qiě cháng

La via è ostacolata e lunga

道阻且跻
Dào zǔ qiě jī

La via è ostacolata e ripida


道阻且右
Dào zǔ qiě yòu

La via è ostacolata e torta/insidiosa


L'ostacolo
L'ostacolo si moltiplica e si trasforma. Non è solo una questione di distanza (1°), ma anche di fatica fisica (2°) e di pericolo e inganno (3°). L'impedimento si fa più complesso.
7 溯游从之
Sù yóu cóng zhī

Discendendo la corrente per seguirla
溯游从之
Sù yóu cóng zhī

Discendendo la corrente per seguirla

溯游从之
Sù yóu cóng zhī

Discendendo la corrente per seguirla

Ogni sforzo è vano
Ogni tentativo di risalire la corrente pare vanificato e l'autore torna indietro.



8 宛在水中央
Wǎn zài shuǐ zhōngyāng

Pareva fosse nel centro del fiume.

宛在水中坻
Wǎn zài shuǐ zhōng chí

Pareva essere su un'isolotto nel fiume

宛在水中沚
Wǎn zài shuǐ zhōng zhǐ

Pareva essere su un banco di sabbia nel fiume

Illusione
L'illusione si concretizza in luoghi sempre più specifici. Questo rende la sua irraggiungibilità non una lontananza, ma una straziante illusione dell'oggetto stesso del desiderio.

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