mercoledì 26 agosto 2020

亡羊补牢

亡羊补牢
Wáng yáng bǔ láo
🐑Perduta una pecora, ripara l’ovile⚒️




Ecco un nuovo interessante idioma che nella nostra lingua potremmo tradurre come “meglio tardi che mai”. ⏰

Ebbene sì, anche nella lingua cinese, questo detto esiste e porta con sé una divertente nuova storiella… buona lettura! 📖

In passato c’era un pastore molto affezionato alle proprie pecorelle.  Ogni mattina di buonora, scendeva nell'ovile, le contava e le portava al pascolo.

Una mattina però si accorse che una pecora mancava all'appello.
 
Guardandosi attorno vidde che il recinto era stato bucato e nella notte  un lupo si era probabilmente infilato nel buco e aveva portato via una delle sue pecore.

Lo sconforto per la perdita della pecora fu così grande che rimase a sedere sconsolato senza sapere cosa fare.

Il vicino, vedendo che ancora non era uscito, scese nell'ovile per capire cosa lo trattenesse. Quando venne a sapere dell'accaduto, gli suggerì saggiamente: "Devi riparare subito il recinto e tappare il buco, prima che il lupo ritorni."

Il pastore, però, era troppo triste e sconsolato: "Ormai è tardi." rispose abbassando la testa. "La pecora è perduta, tappare il buco adesso a cosa servirebbe?" Poi prese il bastone e pensando che infondo si trattasse solo di di un incidente isolato, si incamminò per portare le altre pecore al pascolo.

La mattina seguente, il pastore ebbe di nuovo la stessa brutta sorpresa, un'altra pecora era scomparsa! 

Il lupo aveva ancora approfittato del buco nel recinto per fare una visita notturna e, in tutta tranquillità, si era portato via un'altra delle povere pecorelle. 

Il pastore si rese conto di aver fatto un grave errore a non dare ascolto al vicino.

Poi guardò le altre pecore e pensò: "Forse non è troppo tardi per fare la cosa giusta." Quindi, senza perdere altro tempo, si mise al lavoro e riparò il recinto.

Da quel giorno, il lupo non riuscì più a intrufolarsi, e il pastore non perse più nemmeno una pecora. 

井底之蛙

井底之蛙
Jǐngdǐzhīwā

La rana infondo al pozzo.

Da simili prospettive si vede solo una piccola porzione del firmamento e si nuota solo in acque stagnanti e ben poco profonde, sarebbe un peccato passare una vita nel fondo di un pozzo.


C'era una volta una rana che viveva dentro un pozzo quasi asciutto e era grandemente soddisfatta della propria vita. 

Un bel giorno dopo pranzo, se ne stava sdraiata sulla sabbia accanto al bordo della parete del pozzo, abbastanza annoiata e senza nulla da fare.

Improvvisamente vide non lontano una tartaruga che stava passeggiando oltre il muro. La rana, senza starci a pensare per un secondo, la chiamò: "Ehi! Fratello tartaruga, vieni! Vieni presto!"

La tartaruga salì sul bordo del pozzo per capire chi fosse a chiamarla e come vidde la rana questa, subito, iniziò a parlare: "Pare che questo sia il tuo giorno fortunato, ho deciso di mostrarti la mia dimora per aprire i tuoi occhi ad un nuovo mondo."

Qui è davvero un paradiso. Tu quasi di sicuro non hai mai visto una così confortevole residenza."

La tartaruga allungò la testa verso l'interno del pozzo, ma vide un pozzo poco profondo, alla fine del quale v'era una pozzanghera melmosa piena di alghe verdi. 

Come fece per annusare l'aria un olezzo pungente la costrinse ad aggrottare le sopracciglia e ritrarre la testa.

La rana non diede alcuna attenzione all'espressione della tartaruga, bensì con petto gonfio e gagliardo, continuò a vantarsi dicendo: "Vivere qui è per me davvero una grande comodità! Al tramonto posso saltare sulla sabbia al bordo del pozzo a godermi un po' il fresco; di notte posso infilarmi in uno dei buchi del muro per dormire; posso restare in acqua per idratare le mie ascelle, le mie guance e nuotare, saltare dentro al fango, ricoprire di fango le mie caviglie, o restare a rotolarmi dentro di esso. Tutti quei piccoli insetti, girini e quant'altro, chi può farla franca con me!"

Più la rana parlava, più il suo orgoglio cresceva: "Guarda. Questo stagno d'acqua, è sotto il mio volere, mi appartiene, così come mi piace, così è! Un simile diletto è il massimo che si può trovare. Fratello tartaruga, non vuoi entrare e fare una visita?"

La tartaruga visti i sentimenti della rana pensò che avrebbe potuto offenderla se non avesse accettato quell'invito, così salì sul bordo del pozzo, ma non aveva potuto ancora stendere la gamba sinistra all'interno che la destra era già bloccata per il poco spazio, così non poté far altro che tornare indietro.

Quindi dopo un breve silenzio fu la tartaruga a parlare e disse: "Il grande mare è una distesa d'acqua senza fine, senza limiti ne confini. Usando l'espressione altissimo o senza fondo, non si può esprimere la sua profondità. Si narra che quattromila anni fa, al tempo del grande re Yu, ci furono nove anni di piogge alluvionali, ma il livello del mare rimase sempre lo stesso; tremila anni fa, durante la dinastia Shang, in un periodo di otto anni, sette furono di siccità, ma il livello del mare rimase sempre lo stesso. Il mare è proprio così grande, così che per quanto sia lungo il periodo di tempo, che sia esso di siccità o alluvioni, la quantità della sua acqua non mostra variazioni."

Quindi la tartaruga concluse dicendo: "Fratello rana, io vivo proprio nel grande mare. Se comparato con questa pozza quale fra i due può dare maggiore felicità?" 

La rana ascoltò e ne rimase scioccata i suoi occhi sgranati ed increduli, la sua bocca era rimasta ormai senza parole.

Da simili prospettive si vede solo una piccola porzione del firmamento e si nuota solo in acque stagnanti e poco profonde, questo chengyu sta ad indicare quelle persone di corte vedute e superficiali.

lunedì 24 agosto 2020

愚公移山

愚公移山

Yú gōng yí shān


Intraprende imprese che appaiono impossibili e avere la volontà e la perseveranza di portarle a compimento.



C'era una volta un uomo di nome 愚公 Yu Gong che aveva due grandi montagne proprio davanti casa: la prima si chiamava 太行山 Taihang, la seconda 王屋山 Wangwu.

Ogni volta che lui o i suoi familiari dovevano uscire per andare da qualche parte, erano costretti a percorrere una strada lunga e tortuosa prima di arrivare a destinazione. 

Un giorno 愚公 Yu Gong, stanco di questa situazione riunì tutta la famiglia e propose loro di spostare queste due montagne. 


La moglie fu la prima a esprimere la propria perplessità sulla faraonica impresa che il marito le prospettava e scuotendo la testa chiese:

“E dove metteremo tutte le pietre che estrarremo dal suolo?”

"Le possiamo gettare in mare." Rispose qualcun'altro.

La discussione fu breve e la decisione fu presa rapidamente.

La mattina presto del giorno seguente, 愚公 Yu Gong e la sua famiglia erano già a lavoro.

Qualche tempo più tardi, un vecchio uomo che viveva poco lontano e che era da tutti considerato un grande saggio venne a conoscenza dell'impresa e si recò a casa di 愚公 Yu Gong per interrogarlo:

"愚公 Yu Gong , alla tua veneranda età quali montagne vuoi spostare? Così come non puoi spostare il giorno della tua morte, di certo, non puoi nemmeno spostare le montagne."

All'udire quelle parole 愚公 Yu Gong gli rispose ridendo:

"La tua testa è troppo dura per capire! Anche se muoio ho un figlio che continuerà la mia opera, mio figlio può avere un figlio, mio nipote può avere un figlio a sua volta e così via di generazione in generazione. La montagna invece, non può aumentare la propria altezza, come si scava un po’ così si rimpicciolisce un po, e io non ho paura di scavare!"

Non avendo alcuna buona risposta con cui ribattere, al vecchio Saggio non rimase che andarsene.

Fu così che Dio, toccato dalla sincera volontà di 愚公 Yu Gong, inviò due angeli a portare via sulla schiena quelle due montagne.

Da allora 愚公移山 descrive colui che intraprende imprese che appaiono impossibili, ma che per la sua forza di volontà e perseveranza potrà sicuramente compiere.